venerdì 10 luglio 2009

martedì 7 luglio 2009

Paolo Labbadini nasce a Milano nel 1976, dove vive e lavora.
L'artista rimane influenzato dalla cultura urbana dell'aerosol art e sviluppa un personale percorso di ricerca che va dall'astrattismo al semi figurativo. Il suo stile è caratterizzato da utilizzi materici del colore con riferimenti e reinterpretazioni neo gestaltiche attualizzate alla visione contemporanea dell'arte per mezzo di una forte gestualità non richiudibile all'interno dello "spazio tela" ma recepibile anche e soprattutto nell'orbita della percezione visiva e della sensazione tattile.

ESPOSIZIONI RECENTI:

- Galleria Chagall (Milano), personale
- Galleria Zamenhof (Milano), 2 collettive
- Centro Callipari a Linate (MI), collettiva
- La Galleria a Crema (Cremona), personale
- Le Aste a Crema (Cremona), personale
- Chiostri dell’Umanitaria (Milano), collettiva
- Solentiname a San Remo (Imperia), personale
- Sala Mazzola a Peschiera Borromeo (MI), collettiva
- Il Truciolo a Peschiera Borromeo (MI), personale
- Il Rivellino (Ferrara), collettiva 3 artisti
- La Galleria a Lissone (MI), collettiva 3 artisti





RECENTI RECENSIONI PUBBLICATE:

- "PAOLO LABBADINI, LO SGUARDO DELL’ARCHITETTO…"

Lo sguardo dell'architetto sulla metropoli, essendo Paolo di Milano inevitabile la cappa oppressiva coloristica, grigia, nera o i toni dei grigi colorati tipica di questa metropoli e presente in tutti quelli che non sanno o non vogliono o non possono sfuggirla... La sua è una ricerca intorno alle linee di forza, le linee dinamiche che compongono i punti di fuga delle prospettive della città, linee lungo cui corrono parole monche e silenzi inespressi, talvolta in opposizione alla sua cultura accademica prende forma l'idea di energia,di luce, colore e spazio con dinamiche spaziali alla Crippa (uno degli spazialisti).
Creativo, inventivo quando fonde il proprio sentire, il proprio intimo vissuto con la figura umana interpretata, decriptata come un susseguirsi di linee verticali e orizzontali (Mondrian), quasi una ragnatela, la stessa che fà correre nella sua città...
L'idea astratta, il concetto relazionale rappresentato dalle interrelazioni che si fanno trappola, ragnatela a unire i materiali meno inusuali dell'Arte Povera è un riflesso di una traccia che in se ha qualcosa di angosciante, forse una citazione di "cio che resta" dopo la consumerizazione dell'oggetto ridotto a ombra di se stesso, privato della sua memoria e della sua identità, oppure l'artista attraverso la tecnica del filo che unisce, attraversa, lega vuole suggerirci la necessità urgente di una diversa rivisitazione del nostro passato piu prossimo per estrarne consapevolezze: l'umanizzazione delle cose e dei materiali giudicandoli indivisibili dal percorso umano. Un atto riparatorio, una idea d'insieme praticata attraverso l'uso della geometria e della prospettiva com'era intesa agli albori del Rinascimento italiano, tutto in piazza, spazio aperto e trasparente, casa di vetro leggibile, in parole povere la democrazia.
Ancora in alcune sue opere scopriamo l'esplodere materico del caos in una violenza ancora contenuta e comunque parente del sentire del recente scomparso Emilio Vedova, da supporre che le tre tendenze, pulsioni che animano la sua opera,il personale, il dato biografico, l'aspetto, il sentire dell'Architetto e la violenza, il caos rigeneratore dell'Informale gestuale "dell'Action Peinting" cercano una strada per fondersi in un linguaggio assolutamente personale. Intuitivamente masse plastiche di colore compenetrate da linee di forza solidissime da cui pendono lembi strappati di colore agitato dal vento dell'angoscia, della solitudine esistenziale della metropoli. Un elogio della ragione, della razionalità, della giusta misura dello spazio umano e del suo divenire lungo principi etici antichi,pagani.

MICHEL ABBATANGELO, 100COSECOSI 19.06.2009


- “CINQUE ARTISTI MILANESI AL RIVELLINO”

…Segue la spinta materica di Paolo Labbadini, in efficaci tecniche miste racchiude i misteri della vita e dell’universo; ripetizioni di magma cromatico ed aggiunte segniche, fanno si che le opere di Labbadini offrano allo spettatore un territorio inesplorato di tattilità sensoriali ed effetti di luce ed ombra.

LA NUOVA FERRARA, QUOTIDIANO 13.10.2008


- “ABSTRACTION PARADE”

…Paolo Labbadini infine contamina astrazione geometrica e gestualità espressionista con l’assemblaggio di pezzi di plastica bruciata: vale a dire Mondrian, Vedova e Burri in un colpo solo.

VIRGILIO PATARINI, 24.09.2008

martedì 30 giugno 2009

lunedì 29 giugno 2009

domenica 28 giugno 2009

sabato 27 giugno 2009

giovedì 25 giugno 2009

mercoledì 17 giugno 2009

Da non perdere...

http://100cosecosi.blogspot.com/

a cura di Michel Abbatangelo

martedì 16 giugno 2009

lunedì 15 giugno 2009

mercoledì 3 giugno 2009

martedì 2 giugno 2009

domenica 10 maggio 2009

venerdì 8 maggio 2009

mercoledì 6 maggio 2009

domenica 3 maggio 2009

martedì 7 aprile 2009